
Percorso naturalistico nel parco
Dislivello 460 m (860-1320 m slm) – Tempo di percorrenza ore 2,30-3,30 - Difficoltà nessuna
Attraversare tutto il paese in direzione Floresta e dopo l'ultima casa svoltare a ds, tenere sempre la sinistra e in contrada Pirato (1 km circa) dopo la trattoria "Keria" svoltate a sn e dopo circa 400 m sostate pure alla fine della pineta circostante perché a 100 m è la loc. Sant'Arcangelo.
Sotto l'unica casa esistente sul pendio della montagna sulla sn parte l'it. n. 1 con il tratto inziale pianeggiante (loc. Scrifi) con panorama sulla valdemone. In questo tratto è facile intorno alle ore 11-12 ammirare il volo maestoso del Nibbio uccello rapace presente in questo angolo con almeno due coppie di esmplari.
Dopo circa 20 minuti incrociando una strada interpoderale asfaltata (loc. Minucera) proseguire a ds e in breve si arriverà nei pressi di un casa rurale dove da ds confluisce una variante dell'itinerario (1 bis), procedere dritto e dopo circa 500 metri il sentiero si inoltrerà dentro un bellissimo bosco di pini all'interno del quale la strada comincerà a salire con brevi tornanti.
All'uscita del bosco si incrocia la "trazzera" sentiero di cresta della montagna, svoltare a sn e mantenendo sempre la sinistra si giungerà alla Trattoria e località "Rinazzu" (1032 m).
Attraversare la strada prov. proveniente da Tortorici e leggermente sulla sinistra prosegue il ns sentiero di nuovo in mezzo a un nuovo bosco di pini dalla cui uscita ci si inoltra su un territorio che fino agli anni 50 del secolo scorso era il granaio della zona e aree di grandi pascoli, mentre a ovest si apre alla vista il parco dei monti Nebrodi. In breve apparirà la cima del "Pizzu i Cùcuddu" la ns meta (1320 m slm). Arrivati alle sue pendici si noterà un tratto di strada lastricata in stile "romanico" che si presuppone sia il luogo dove i romani valicavano i Nebrodi per recarsi dalle sponde del tirreno verso le terre interne della Sicilia.
Lasciato il sentiero e per facili gradoni in dieci minuti si può raggiungere la vetta da dove si gode (visibilità permettendo) un panorama a 360° a est i mti Peloritani – a sud l'Etna – a ovest il parco dei Nebrodi e le montagne delle Madonie – a nord le isole Eolie.
Tutto intorno alla vetta presenti in notevole quantità i "tholos" capanne rifugio di pastori costruite interamente in sasso e in uso fino alla metà del secolo scorso. A meno di km 1 in direzione dell'Etna la evidentissima "rocca di San Marco" (sito archeologico) monolite in arenaria che i cacciatori dell'era primitiva usavano come ricovero. Su tutto questo piccolo altopiano e lungo la SS 116 potrete scoprire e gustare la tradizione locale della carne di castrato alla brace presso le "barracche" trattorie di montagna degli ucriesi.
Per la discesa si può ritornare sui propri passi o recarsi sulla SS 116 dove nel pomeriggio dalle ore 15,00 in poi transita un bus proveniente da Catania.
(itinerario a cura di Carmelo Murabito)